โQuanto รจ distanteโฆ?โ
Quanto รจ distante lโItalia dalla Nuova Zelanda dallโaltro capo del nostro pianeta?
Quando รจ distante la Terra dalla Luna, dal pianeta piรน vicino o quello piรน lontano del Sistema Solare?
Quanto รจ distante il Sole dalla stella piรน vicina o la nostra galassia dalle altre?
[ads2]Il sistema di misurazione delle distanze usa il metro o addirittura il tempo (quello del movimento della luce) per dire distanze sempre piรน abissali. E se abbiamo speranza di colmare quelle distanze quando sono ancora calcolate in migliaia di chilometri, quando invece sono calcolate in anni luce allora sappiamo fin da subito che sono incolmabili.
Mi รจ venuto questo pensiero quando nella parabola di Gesรน, ad un certo punto Abramo dice al ricco finito negli inferi che la distanza tra lui laggiรน e Lazzaro รจ diventata un โgrande abissoโ incolmabile (โโฆcoloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, nรฉ di lรฌ possono giungere fino a noiโ). Sembra quasi dire che Dio stesso non puรฒ accorciare quella distanza che si รจ creata. In parole piรน moderne potremmo dire che tra Lazzaro e il ricco la distanza รจ di milioni di anni luce.
Ma quando si รจ creata questa distanza cosรฌ incolmabile? Eppure cโรจ stato un momento in cui i due erano vicini, a pochi metri. Eโ stato quando il ricco โche indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchettiโ aveva questo povero di nome Lazzaro che stava alla sua porta โbramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del riccoโ.
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Erano a pochi metri, ma lโindifferenza del ricco aveva creato tra i due una distanza abissale. Fin che erano in vita entrambi si sarebbe potuta colmare con il gesto semplice di una mano che si tende in risposta di unโaltra tesa a ricevere. Non รจ dunque la ricchezza che getta il ricco ad anni luce dallโabbraccio di Dio e di Lazzaro, ma la sua indifferenza che lo porta a sentirsi solo e lontano da chiunque รจ nel bisogno come questo povero seduto alla sua porta.
Gesรน rivolge questa parabola ai Farisei, che per sentirsi vicini a Dio ignorano il povero come fratello e ignorano Gesรน stesso come figlio di Dio fatto uomo. Ed รจ una parabola rivolta anche a noi oggi che con la nostra indifferenza creiamo abissi di distanza con chi รจ nel bisogno anche accanto a noi, sia nella casa vicina alla nostra che nella nazione e nel continente vicino al nostro. LโAfrica per esempio, che fintanto era un continente da sfruttare per le sue ricchezze, era vicino, ma ora viene considerato dai paesi piรน ricchi come Plutone o come la prima galassia a 10 milioni di anni luce, che vediamo con il telescopio ma non la raggiungiamo mai. E lo stesso vale anche per Aleppo in Siria e per tutte quelle cittร martiri della guerra, che diventano luoghi visto da distante in modo tutto sommato indifferente, pensando che sono solo i nostri i veri problemi da affrontare.
E cosรฌ come il ricco vestito di porpora e bisso (vestito griffato diremmo oggi) che mangia e beve in abbondanza, anche noi creiamo abissi di indifferenza con i poveri Lazzari del mondo, che se cercano da soli di attraversare via mare o via terra questo abisso di indifferenza, vengono poi respinti prima di tutto dal nostro cuore e poi dal nostro giudizio.
Questa parabola non ci parla del Paradiso e dellโInferno dopo la morte, che rimangono un mistero che scopriremo quando sarร lโora, ma ci parlano della distanza tra Paradiso e Inferno qui in terra, una distanza che siamo prima di tutto noi a creare quando dimentichiamo di aprire gli occhi verso chi รจ povero e non ci accorgiamo che senza fraternitร e condivisione vera, siamo noi stessi che pian piano sprofondiamo giร qui in vita nellโabisso incolmabile della povertร di cuore.
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XXVI Domenica del Tempo Ordinario โ Anno C
- Colore liturgico: verde
- Am 6, 1.4-7; Sal 145; 1 Tm 6, 11-16; Lc 16, 19-31
Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน disse ai farisei:
ยซCโera un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morรฌ e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morรฌ anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzรฒ gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: โPadre Abramo, abbi pietร di me e manda Lazzaro a intingere nellโacqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perchรฉ soffro terribilmente in questa fiammaโ.
Ma Abramo rispose: โFiglio, ricรฒrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui รจ consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di piรน, tra noi e voi รจ stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, nรฉ di lรฌ possono giungere fino a noiโ.
E quello replicรฒ: โAllora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perchรฉ ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perchรฉ non vengano anchโessi in questo luogo di tormentoโ. Ma Abramo rispose: โHanno Mosรจ e i Profeti; ascoltino loroโ. E lui replicรฒ: โNo, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrร da loro, si convertirannoโ. Abramo rispose: โSe non ascoltano Mosรจ e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai mortiโยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 Settembre โ 01 Ottobre 2016
- Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net