Commento al Vangelo del 21 febbraio 2016 โ€“ don Giovanni Berti โ€“ Gioba

Commento al Vangelo a cura di don Giovanni Berti 

A Martina Franca, in Puglia, cโ€™รจ una bella chiesa barocca dedicata a San Martino, patrono della cittร . In questa Basilica รจ venerata anche la compatrona della cittร , Santa Comasia, di cui si conservano le ossa in unโ€™antica urna visibile in uno degli altari. La storia dellโ€™arrivo delle spoglie della santa, avvenuto nel XVII secolo, รจ molto particolare. Si narra che il vescovo della cittร  desiderava avere in cittร  le spoglie di una santa martire dei primi tempi della chiesa, e quando lo scrigno contenente le ossa arrivรฒ da Roma, iniziรฒ a piovere in modo prodigioso e ad intermittenza a seconda che le reliquie uscissero o rientrassero nelle chiese. Ma il fatto piรน originale di questa storia รจ che il nome della martire a cui appartenevano le ossa era contenuto in un documento che nessuno riusciva a leggere. Allora il vescovo ad un certo punto accetta il corpo della Santa โ€œcoma siaโ€, nel senso che poco importava chi fosse ma che come รจ cosรฌ va bene lo stessoโ€ฆ Da qui il nome di Santa โ€œcoma siaโ€, Santa Comasia.

Eโ€™ una storia che mi ha fatto sorridere per la sua particolaritร  al limite della favola, ma mi ha fatto anche pensare su una forma di religiositร  che da sempre nel cristianesimo ha bisogno di prodigi, miracoli ed elementi sacri. Santa Comasia รจ una โ€œnon-santa martireโ€ che risponde allโ€™esigenza di sperimentare la presenza reale di Dio tra le nostre case, nella nostra vita personale e comunitaria concreta.

Gesรน porta i tre discepoli su un monte di cui lโ€™evangelista non dice il nome, ma lo chiama semplicemente โ€œil monteโ€, dicendo di fatto che รจ un luogo piรน spirituale che geografico. Eโ€™ un luogo dove per un tempo che non รจ quantificabile, Gesรน si mostra in modo diverso e luminoso. Ha da poco parlato di rifiuto e morte e i suoi discepoli faticano a comprendere fino in fondo la missione di questo loro amico e maestro. Pietro, qui ancora una volta chiamato con quel nome che indica la sua โ€œdurezzaโ€ nel comprendere gli insegnamenti di Gesรน, insieme ai suoi due amici, vorrebbe trasformare quellโ€™evento miracoloso in una specie di santuario in cui rinchiudere e controllare lโ€™evento. Fare tre capanne richiama una delle feste ebraiche, e questo significherebbe trasformare tutta la vicenda di Gesรน in una cerimonia da ricordare, dove al centro perรฒ non ci sta Gesรน ma ancora una volta Mosรจ e la Legge antica. Infatti lโ€™elenco fatto da Pietro (โ€œFacciamo tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Elรฌaโ€) ha al centro non Gesรน ma ancora Mosรจ.

Subito lโ€™evangelista annota che Pietro non sa quello che dice, non ha capito la portata della visione che non รจ ancora conclusa, ma di cui lui vorrebbe giร  tirare conclusioni e conseguenze. Infatti subito dopo la nube li avvolge con la sua ombra (come lo Spirito Santo che con la sua ombra scende su Maria nellโ€™annunciazione) e la voce di Dio invita a rimettere al centro solo Gesรน e non Mosรจ ed Elia, la Legge e i profeti, che rimangono sempre relativi a Gesรน, unico da seguire e ascoltare.

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Pietro vorrebbe contenere lโ€™esperienza di Dio in feste, usanze, luoghi, oggettiโ€ฆ ma รจ chiamato a comprendere che Dio non รจ mai contenibile in nessun luogo, tempo, rito ed esperienza particolari. Alla fine di tutti gli eventi (trasfigurazione, nube, voce divinaโ€ฆ), lโ€™evangelista ci mostra Gesรน solo. Ed รจ lui da solo che rimane davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni e anche a noi, spesso cosรฌ affamati come i discepoli di avere luoghi, oggetti, segni particolari di Dio.

Lโ€™esperienza di Dio nella vita non รจ mai cosรฌ definibile e precisa, ed รจ sempre superiore alla nostra comprensione immediata. Eppure Dio desidera profondamente mostrarsi a noi e fa di tutto per essere punto di riferimento luminoso della nostra vita. Come Pietro e i suoi amici facciamo anche noi fatica a comprendere come Dio si comunica, e tante volte fraintendiamo la sua Parola e i suoi insegnamenti. La vita di fede รจ un continuo salire e scendere il monte dellโ€™incontro con Dio, e come i tre amici di Gesรน anche noi non sappiamo cosa dire e come spiegare questa presenza di Dio (โ€œessi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciรฒ che avevano vistoโ€). Questo perรฒ non ci deve fermare nella ricerca di Dio e nel lasciare che Dio si comunichi a noi. La parola del Vangelo รจ la via principale per sperimentare la guida interiore di Dio. Lโ€™imperativo dato da Dio a Pietro, Giacomo e Giovanni, โ€œascoltatelo!โ€ รจ piรน che mai valido per noi oggi.

La storia di Santa Comasia mi ha fatto pensare proprio a questo. Quelle ossa senza nome portate nella Basilica di Martina Franca mi autorizzano a metterci sopra il mio nome come testimone del Vangelo. Posso dunque anche io, con la forza della presenza di Dio, operare segni luminosi perchรฉ al centro metto sempre Gesรน e la sua Parola, e tutto il resto (riti, luoghi, oggettiโ€ฆ) diventano secondari rispetto allโ€™opera incontenibile di Dio.

Giovanni don

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