A Martina Franca, in Puglia, cโรจ una bella chiesa barocca dedicata a San Martino, patrono della cittร . In questa Basilica รจ venerata anche la compatrona della cittร , Santa Comasia, di cui si conservano le ossa in unโantica urna visibile in uno degli altari. La storia dellโarrivo delle spoglie della santa, avvenuto nel XVII secolo, รจ molto particolare. Si narra che il vescovo della cittร desiderava avere in cittร le spoglie di una santa martire dei primi tempi della chiesa, e quando lo scrigno contenente le ossa arrivรฒ da Roma, iniziรฒ a piovere in modo prodigioso e ad intermittenza a seconda che le reliquie uscissero o rientrassero nelle chiese. Ma il fatto piรน originale di questa storia รจ che il nome della martire a cui appartenevano le ossa era contenuto in un documento che nessuno riusciva a leggere. Allora il vescovo ad un certo punto accetta il corpo della Santa โcoma siaโ, nel senso che poco importava chi fosse ma che come รจ cosรฌ va bene lo stessoโฆ Da qui il nome di Santa โcoma siaโ, Santa Comasia.
Eโ una storia che mi ha fatto sorridere per la sua particolaritร al limite della favola, ma mi ha fatto anche pensare su una forma di religiositร che da sempre nel cristianesimo ha bisogno di prodigi, miracoli ed elementi sacri. Santa Comasia รจ una โnon-santa martireโ che risponde allโesigenza di sperimentare la presenza reale di Dio tra le nostre case, nella nostra vita personale e comunitaria concreta.
Gesรน porta i tre discepoli su un monte di cui lโevangelista non dice il nome, ma lo chiama semplicemente โil monteโ, dicendo di fatto che รจ un luogo piรน spirituale che geografico. Eโ un luogo dove per un tempo che non รจ quantificabile, Gesรน si mostra in modo diverso e luminoso. Ha da poco parlato di rifiuto e morte e i suoi discepoli faticano a comprendere fino in fondo la missione di questo loro amico e maestro. Pietro, qui ancora una volta chiamato con quel nome che indica la sua โdurezzaโ nel comprendere gli insegnamenti di Gesรน, insieme ai suoi due amici, vorrebbe trasformare quellโevento miracoloso in una specie di santuario in cui rinchiudere e controllare lโevento. Fare tre capanne richiama una delle feste ebraiche, e questo significherebbe trasformare tutta la vicenda di Gesรน in una cerimonia da ricordare, dove al centro perรฒ non ci sta Gesรน ma ancora una volta Mosรจ e la Legge antica. Infatti lโelenco fatto da Pietro (โFacciamo tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Elรฌaโ) ha al centro non Gesรน ma ancora Mosรจ.
Subito lโevangelista annota che Pietro non sa quello che dice, non ha capito la portata della visione che non รจ ancora conclusa, ma di cui lui vorrebbe giร tirare conclusioni e conseguenze. Infatti subito dopo la nube li avvolge con la sua ombra (come lo Spirito Santo che con la sua ombra scende su Maria nellโannunciazione) e la voce di Dio invita a rimettere al centro solo Gesรน e non Mosรจ ed Elia, la Legge e i profeti, che rimangono sempre relativi a Gesรน, unico da seguire e ascoltare.
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Pietro vorrebbe contenere lโesperienza di Dio in feste, usanze, luoghi, oggettiโฆ ma รจ chiamato a comprendere che Dio non รจ mai contenibile in nessun luogo, tempo, rito ed esperienza particolari. Alla fine di tutti gli eventi (trasfigurazione, nube, voce divinaโฆ), lโevangelista ci mostra Gesรน solo. Ed รจ lui da solo che rimane davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni e anche a noi, spesso cosรฌ affamati come i discepoli di avere luoghi, oggetti, segni particolari di Dio.
Lโesperienza di Dio nella vita non รจ mai cosรฌ definibile e precisa, ed รจ sempre superiore alla nostra comprensione immediata. Eppure Dio desidera profondamente mostrarsi a noi e fa di tutto per essere punto di riferimento luminoso della nostra vita. Come Pietro e i suoi amici facciamo anche noi fatica a comprendere come Dio si comunica, e tante volte fraintendiamo la sua Parola e i suoi insegnamenti. La vita di fede รจ un continuo salire e scendere il monte dellโincontro con Dio, e come i tre amici di Gesรน anche noi non sappiamo cosa dire e come spiegare questa presenza di Dio (โessi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciรฒ che avevano vistoโ). Questo perรฒ non ci deve fermare nella ricerca di Dio e nel lasciare che Dio si comunichi a noi. La parola del Vangelo รจ la via principale per sperimentare la guida interiore di Dio. Lโimperativo dato da Dio a Pietro, Giacomo e Giovanni, โascoltatelo!โ รจ piรน che mai valido per noi oggi.
La storia di Santa Comasia mi ha fatto pensare proprio a questo. Quelle ossa senza nome portate nella Basilica di Martina Franca mi autorizzano a metterci sopra il mio nome come testimone del Vangelo. Posso dunque anche io, con la forza della presenza di Dio, operare segni luminosi perchรฉ al centro metto sempre Gesรน e la sua Parola, e tutto il resto (riti, luoghi, oggettiโฆ) diventano secondari rispetto allโopera incontenibile di Dio.