Secondo la tradizione la comunità cristiana conclude l’anno civile con un solenne atto di lode e di ringraziamento, che si esprime per lo più con il nobile e antico inno Te Deum.
Tale inno, insieme al Gloria cantato nella messa domenicale e festiva, rappresenta il frutto più maturo e duraturo dell’innologia della Chiesa.
Il Te Deum conclude l’Ufficio delle letture delle domeniche e delle feste, ma nella tradizione ecclesiale viene cantato anche nei momenti di particolare esultanza quando la lode a Dio assume una solennità straordinaria.
Nell’ultimo giorno dell’anno civile il Te Deum diventa più che mai appropriato.
Celebrazione
Concluso il silenzio dopo la comunione il sacerdote e l’assemblea si alzano. Il sacerdote accede all’altare e, infondendo l’incenso nel braciere posto sulla mensa, canta o proclama:
Salga a te, Signore,
l’incenso della nostra preghiera
al termine di questo anno di grazia;
come il profumo riempie
questo tempio,
così la tua Chiesa spanda nel mondo
la soave fragranza di Cristo
nel nuovo anno che inizia.
Il coro intona il Te Deum, che viene cantato in alternanza col popolo.
Italiano | Latino |
Versione di mons. Frisina
[powerpress] Noi ti lodiamo, Dio, * A te cantano gli angeli * I cieli e la terra * Le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * O Cristo, re della gloria, * Vincitore della morte, * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * Salva il tuo popolo, Signore, * Degnati oggi, Signore, * Pietà di noi, Signore, * |
Te Deum laudamus: te Dominum confitemur. Te aeternum patrem, omnis terra veneratur. Tibi omnes angeli, tibi caeli et universae potestates: tibi cherubim et seraphim, incessabili voce proclamant: “Sanctus, Sanctus, Sanctus majestatis gloriae tuae.” Tu rex gloriae, Christe. Salvum fac populum tuum, Domine, |
Terminato l’inno il sacerdote conclude con l’orazione:
O Padre,
che esaudisci sempre
la voce dei tuoi figli,
ricevi il nostro umile ringraziamento,
e fa che in una vita serena
e libera dalle insidie del male,
lavoriamo con rinnovata fiducia
all’edificazione del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
DAVANTI ALL’IMMAGINE DELLA VERGINE MARIA
Detta l’orazione dopo il Te Deum, il sacerdote con i ministri si reca davanti all’immagine della Vergine Maria, mentre l’organo esegue un preludio. Giunto davanti ad essa proclama:
È giusto davvero ‑ cantarti beata,o Vergine Madre:
la sempre beata ‑ la tutta illibata,
la Madre di Dio!
Tu degna d’onore ‑ più dei Serafini,
tu degna di gloria ‑ più dei Cherubini,
intatta portasti ‑ nel grembo
il Dio Verbo:
te Madre di Dio ‑ con canti esaltiamo!
(dalla liturgia bizantina)
Il coro e l’assemblea contano l’antifona Ave Maria o un altro conto mariano:
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta tra tutte le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno,
Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.
Durante il canto il sacerdote infonde l’incenso e incensa l’immagine. Terminato il canto, pronunzia l’orazione:
Padre santo,
nel cammino della Chiesa
pellegrina sulla terra,
tu hai posto quale segno luminoso
la beata vergine Maria.
Noi ti lodiamo e ti ringraziamo
per la sua premurosa
presenza materna
nell’anno che sta per concludersi
e ti preghiamo,
per la sua intercessione,
sostieni la nostra fede
e ravviva la nostra speranza,
perché, nel nuovo anno
che la tua bontà ci concede,
nessun ostacolo ci faccia deviare
dalla strada che porta alla salvezza
e possiamo camminare
uniti nell’amore
fino alla meta beata
del tuo Regno.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Il sacerdote la benedice e congeda l’assemblea.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Vi benedica Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
Amen.
Andate e portate a tutti
la gioia e la pace del Signore.
Rendiamo grazie a Dio.