Enzo Bianchi รจ nato a Castel Boglione (AT) in Monferrato il 3 marzo 1943. Dopo gli studi alla Facoltร di Economia e Commercio dellโUniversitร di Torino, alla fine del 1965 si รจ recato a Bose, una frazione abbandonata del Comune di Magnano sulla Serra di Ivrea, con lโintenzione di dare inizio a una comunitร monastica. Raggiunto nel 1968 dai primi fratelli e sorelle, ha scritto la regola della comunitร la quale conta unโottantina di membri tra fratelli e sorelle di cinque diverse nazionalitร ed รจ presente, oltre che a Bose, anche a Gerusalemme (Israele), Ostuni (BR), Assisi (PG), Cellole-San Gimignano (SI) e Civitella San Paolo (RM). ร stato priore della comunitร dalla fondazione fino al 25 gennaio 2017.
Sito Web: http://monasterodibose.it
Questi sono tutti i suoi commenti al Vangelo domenicale
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ร abbastanza raro che il 3 marzo non cada in quaresima, ma in quel 1943 che vide nascere Enzo Bianchi si era nellโultima settimana di carnevale. Eppure cโera poco da festeggiare a Castelboglione come in casa Bianchi: la guerra faceva sentire la sua morsa anche in quel piccolo paese del Monferrato, abitato da poveri vignaioli; Giuseppe Bianchi โ Pinรจn, per tutti in paese โ era sostenitore della lotta partigiana, mentre sua moglie Angela aveva accettato di portare a termine quella gravidanza pur consapevole che avrebbe aggravato le sue precarie condizioni di salute. Allโanagrafe il bambino viene registrato come Enzo, per volere del padre che intendeva evitare il nome di un santo, ma la madre al battesimo fa aggiungere il nome di Giovanni (del resto, Enzo รจ lโitalianizzazione del tedesco Hans, diminutivo di Johannesโฆ). Giร nel nome si delinea quella che sarร una costante dellโinfanzia di Enzo: la complementarietร tra un padre che si professava ateo e coltivava un profondo senso di giustizia e di attenzione ai piรน poveri, e una madre di profonda fede cristiana, convinta โ come dirร al piccolo Enzo poco prima di morire โ che โdi lร potrรฒ fare per te molto di piรน di quello che ho fatto di quaโ.
Angela fa promettere al marito non giร di non risposarsi una volta rimasto vedovo, ma di permettere che il bambino cresca con unโeducazione cristiana e non venga avviato a lavori pericolosi. Cosรฌ saranno Norma Anselmo ed Elvira Ameglio โ la postina e la maestra del paese, ribattezzate da Enzo โCoccoโ e โEttaโ โ a prendersi cura di Enzo quando, a otto anni, perderร la madre per disfunzioni alla valvola mitralica. Anche in questo caso, una straordinaria complementarietร di caratteri e di figure di riferimento: Cocco รจ lโincarnazione del โVangelo sine glossaโ, la semplicitร di una cristiana capace di prendere il Vangelo alla lettera e di leggere ogni situazione a partire dalle parole di Gesรน; Etta รจ la maestra raffinata che si prendeva particolare cura dei suoi scolari piรน poveri e che invitava i bambini affidati al suo insegnamento ad allargare gli orizzonti educandoli alla vita e a ragionare con la propria testa. Accanto a loro, proprio di fronte alla casa abitata da Enzo, il parroco don Montrucchio โ allora nei paesi, per rispetto, il prevosto lo si chiamava con il cognome โ che volle il piccolo Enzo come chierichetto alla messa quotidiana, gli insegnรฒ il latino e successivamente chiese al vescovo lโautorizzazione, allora necessaria, per mettere tra le mani del tredicenne lโintera bibbia in italiano.
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A undici anni, per due volte in un mese Enzo crederร di dover seguire la propria strada di cristiano entrando nel seminario minore di Acqui, ma quel luogo cosรฌ austero, quelle pratiche cosรฌ rigide rispetto alla schiettezza degli insegnamenti ricevuti e la lontananza dal paese lo porteranno entrambe le volte a fuggire, letteralmente, nel giro di una settimana. Cosรฌ per le medie prima e per ragioneria poi, Enzo dovrร scendere fino a Nizza Monferrato, camminando ogni giorno in mezzo alle vigne per alcuni chilometri prima di prendere la corriera. Allโistituto commerciale, oltre ad alcuni compagni che diventeranno tra i piรน noti produttori di vino della zona, incontra il professor Giovanni Boano, giร partigiano di Giustizia e Libertร ed esponente della Democrazia Cristiana e, soprattutto, educatore capace di stimolare lโinteresse per la polis e la passione per le cose pensate e fatte bene. A neanche diciotto anni, Enzo non solo aderisce al movimento giovanile democristiano e partecipa, come tutti i giovani che si volevano avviare alla politica, ad alcune scuole-quadri, ma si industria per un miglioramento delle condizioni di vita dei suoi compaesani, unendosi al parroco e a pochi altri nel convincere i vignaioli di Castelboglione a costituire una cantina sociale, di cui negli anni universitari diventerร anche โsindacoโ.
Non รจ facile per uno stagnino tuttofare come Pinรจn a inizio anni sessanta assicurare al proprio figlio gli studi universitari, soprattutto se deve anche far fronte agli ingenti debiti contratti negli anni precedenti per curare la moglie malata: saranno il presalario faticosamente conquistato e difeso, i risparmi di Cocco e Etta e il ricavato della vendita dei propri quadri che permetteranno a Enzo di compiere gli studi di Economia e commercio allโUniversitร di Torino. E lรฌ, tra un esame e lโaltro, si apre una nuova stagione della sua vita: i prodromi del sessantotto, certo, ma soprattutto la condivisione della stagione conciliare con un gruppo di cristiani di diverse confessioni e la possibilitร di coltivare profonde amicizie con persone estranee o marginali rispetto allโambiente cattolico.
Dalle aule universitarie e dal modesto alloggio di via Piave a Torino, gli eventi subiscono unโaccelerazione forse inattesa dallo stesso Bianchi: la ventata di aria fresca portata dal Concilio, la frequentazione di Taizรฉ e lโamicizia con il priore fr. Roger Schutz, il lavoro con lโAbbรฉ Pierre e i suoi straccivendoli a Rouen, la scoperta della teologia e della spiritualitร di area francese, lโanelito verso lโunitร della Chiesa, il convinto maturare di una vocazione monastica ispirata a san Basilio โ le cui Regole aveva potuto leggere giร quattordicenne grazie al lungimirante dono di Etta โ e capace di rendere conto della radicalitร evangelica agli uomini e alle donne di oggi conducono Enzo a Bose, un gruppo di case abbandonate sulla Serra di Ivrea a pochi passi da una chiesa romanica in rovina. I compagni di cammino e gli amici sono pronti a dargli una mano a ripulire e rendere atta al culto la pieve di San Secondo, ma non sono poi disposti a seguire Enzo quando decide di iniziare una vita comune stabile nel celibato.
Per Enzo iniziano cosรฌ, lโ8 dicembre 1965 giorno di chiusura del Vaticano II, tre anni di solitudine e di crogiolo nel quale temprare il suo desiderio di vita monastica, attingendo alla Scrittura e alle fonti del monachesimo dei primi secoli. Lโabbandono sia della carriera universitaria che dellโattivitร politica, lโestrema povertร della casa โ senza riscaldamento nรฉ acqua potabile nรฉ elettricitร โ, lโostilitร dellโallora vescovo di Biella, la benevola paternitร dellโarcivescovo di Torino, padre Pellegrino, lโincontro a Istanbul con il patriarca ecumenico Athenagoras I, le soste in monasteri come Tamiรฉ, Taizรฉ e in cenobi ed eremi del Monte Athos, la lettura dei rari scritti di sorella Maria di Campello, la frequentazione del suo eremo e lโamicizia con Marie-Claire e le altre sorelle, la vicinanza saltuaria di pochi amici segnano le giornate scandite dalla preghiera e dal lavoro. Finchรฉ, tra lโestate e lโautunno del 1968, avviene unโaltra svolta, inattesa nelle sue modalitร : due persone si affacciano ai casolari di Bose chiedendo a Enzo di condividere la sua scelta di vita. Ma uno di loro รจ un pastore riformato svizzero e lโaltra una giovane donna di Ivrea. Che fare? Avviare una vita comune nel celibato con fratelli cattolici e protestanti, con uomini e donne insieme? Non possiamo sapere cosa sia passato nella mente e nel cuore di quei tre giovani nemmeno venticinquenni. Sappiamo perรฒ che quando poco dopo un altro giovane di Novara bussa alla loro porta per sostare qualche giorno in ritiro, la decisione รจ giร presa: con lโaudacia e lโincoscienza dellโetร , forse, ma sicuramente con la fiducia riposta nel Vangelo e nel soffio dello Spirito che papa Giovanni e il Concilio avevano saputo far circolare con libertร nella Chiesa, aveva inizio la vicenda di Bose, una comunitร monastica ed ecumenica di fratelli e sorelle.
Da allora la biografia di Enzo Bianchi e quella di Bose si sviluppano insieme, in una feconda complementarietร tra ricerca dellโunitร e rispetto delle singole personalitร . Enzo redigerร la regola che sarร approvata dal vescovo e sulla quale i primi sette fratelli emetteranno la loro professione monastica definitiva nellโalba di Pasqua del 1973. In quella condivisione di vita si cerca di evitare ogni appiattimento sulla figura del fondatore, si rifugge la tentazione di clonare modi di esprimersi, nella costante ricerca di compaginare i diversi carismi, di rispettare lโandatura di ciascuno, di discernere insieme la volontร del Signore sulla Comunitร attraverso un rapporto assiduo con la parola di Dio posta al cuore della vita comune. Lasciamo perรฒ in sottofondo la Comunitร , il suo ritmo di preghiera, lavoro, accoglienza e dialogo, la sua crescita fino alle attuali dimensioni โ unโottantina di fratelli e sorelle cattolici, protestanti e ortodossi di varie nazionalitร , presenti oltre che a Bose anche a Ostuni, Assisi, Cellole e Gerusalemme โ e il ministero di priore che Enzo tuttora vi svolge con saldezza e discernimento, per percorrere velocemente lโattivitร di questโultimo, il suo prodigarsi dentro e fuori Bose perchรฉ il Vangelo di Gesรน Cristo, la sua buona notizia dellโumanitร vissuta cosรฌ come Dio lโha sempre pensata, possano essere portati alla conoscenza di tutti.
Non รจ intento di queste righe esplorare nei dettagli lโattivitร di predicazione della Parola che Enzo Bianchi svolge da quarantacinque anni in Italia e allโestero, al servizio delle Chiese locali e delle comunitร religiose, nรฉ il suo ruolo di relatore in dialogo con il mondo della cultura e dellโarte, la sua intensa attivitร di pubblicista o la sua costante ricerca dellโunitร della Chiesa: le pagine che seguono ne sono esauriente testimonianza. Ricordiamo solo che, oltre a essere stato membro della redazione della rivista teologica internazionale Concilium e aver diretto per una decina dโanni il semestrale biblico Parola, Spirito e vita, per volontร del fondatore don Giuseppe Dossetti, Enzo Bianchi รจ stato presidente dellโAssociazione per lo sviluppo delle scienze religiose in Italia di Bologna, diretto da Giuseppe Alberigo, dal 1978 al 2000 e, dopo la sua trasformazione, รจ per statuto, membro a vita del consiglio della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII.
Nel 1983 Enzo crea le Edizioni Qiqajon, come espressione della ricerca comunitaria nei campi biblico, patristico e spirituale che stanno a cuore alla Comunitร . Nel 2000 lโUniversitร di Torino, che lo aveva avuto come studente negli anni sessanta, gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze politiche: nella lectio magistralis tenuta per lโoccasione, Enzo Bianchi affronterร unโaltra costante del suo coinvolgimento culturale e di fede, parlando di โChiesa e Israele: la svolta nelle relazioniโ.
Membro dellโAcadรฉmie internationale des Sciences religieuses, Enzo Bianchi ha fatto parte della delegazione nominata e inviata da papa Giovanni Paolo II a Mosca nellโagosto 2003 per offrire in dono al patriarca Alekseij II lโicona della Madre di Dio di Kazaล, mentre papa Benedetto XVI lo ha nominato per due volte consecutive esperto alle Assemblee ordinarie del Sinodo generale dei Vescovi: nel 2008, per lโassemblea dedicata alla Parola di Dio, e nel 2012 per quella sulla Nuova evangelizzazione. La sua trentennale collaborazione con il Pontificio Consiglio per la promozione dellโunitร dei cristiani si รจ anche concretizzata con la nomina a membro del Consiglio del Comitato cattolico per la collaborazione culturale con le Chiese ortodosse e orientali.
Tratto dal libro La sapienza del cuore, Einaudi, 2013